venerdì 16 marzo 2018

L'EDUCAZIONE ROMANA DELLE ORIGINI E ILMOS MAIORUM
Inizialmente l'economia romana era basata unicamente sull'agricoltura e la società dominata da un'aristocrazia di proprietari terrieri. In questa società delle origini predominano i valori della casa e della famiglia. L'educazione avviene dunque all'interno della famiglia.
Il sentimento al quae si viene educati è la pietas. A questi valori si aggiungono il legame con la propria terra, la dedizione al lavoro, la moderazione il rispetto della legge e della tradizione.
Questo insieme di valori costituisce il mos maiorum, l'esempio che viene dagli antenati.
La prima educatrice è la madre. Compiuti i sette anni, il bambino passa sotto la guida del padre, il pater familias. Attraverso l'esempio fornito dal padre, il figlio impara il necessario per amministrare un'azienda agricola e a partecipare alla vita pubblica frequentando il foro. Anche la prima alfabetizzazione viene fornita dal padre. Partecipano anche all'educazione fisica in modo a irrobustirsi per la guerra.
A quattordici anni si metta la "togo praetexta", orlata di rosso e propria dell'infanzia, e indossata, nel corso di una cerimonia, la "toga libera" o "virile", completamente bianca, acquisendo il diritto di sedere in senato per perfezionare la propria formazione politica.
Dal 451 a. C. il punto di riferimenti dell'educazione romana è rappresentato dalle Dodici tavole, cioè le leggi fondamentali della città. Esse riassumono i valori del mos maiorum:
  • rispetto della tradizione;
  • pietas, cioè l'osservanza di regole sia etiche sia religiose tramandate dalle origini;
  •  rigore morale;
  • obbedienza alla legge.
Tutto ciò non riguarda la figlia femmina, che resta in casa per imparare a svolgere, sotto tutela della madre, i lavori domestici.

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