domenica 29 aprile 2018

SANT'AGOSTINO E IL "MAESTRO INTERIORE"
Una posizione di apertura al sapere pagano è quella di Agostino, il quae ritiene che i modelli educativi e culturali classici siano utili in una prospettiva cristiana. Agostino promuove una collaborazione tra ragione e fede.
Nelle Confessioni, la sua opera autobiografica, Agostino delinea la sua concezione di insegnamento fondato sulla curiosità e sull'interesse dell'allievo.
E' proprio in relazione al linguaggio che Agostino nel Il maestro affronta le questioni sul suo pensiero educativo. Il maestro non può insegnare attraverso il linguaggio, perché esso è costituito di segni che possono essere compresi solo da chi conosce già le cose a cui si riferiscono.
Il maestro, attraverso il linguaggio, può soltanto stimolare l'allievo alla ricerca interiore della verità nella propria anima, cioè del proprio maestro interiore.
In definitiva, per Agostino l'educazione è un processo nel quale l'allievo è attivo protagonista e no passivo ricettore. Agostino da molta importanza all'allievo: egli ritiene che ogni nozione, per essere appresa in modo definitivo dall'allievo, debba essere sentita come vera. Solo così una nozione potrà essere trasferita dall'ambito originario a un altro attinente ma non ancora noto.
Un altro tema importante nella pedagogia di Agostino è l'amore. Nella Prima catechesi egli considera l'amore anima dell'educazione: in ottica cristiana, l'amore tra maestro e allievo è un riflesso dell'amore di Dio.
A proposito delle materie di insegnamento, Agostino, nel Sull'ordine tratta dell'ordine delle discipline di studio: le arti liberali sono dunque importanti. In seguito Agostino rivedrà questa posizione perché esclude i semplici.
Nel Dottrina cristiana Agostino si pone il problema di formare l'oratore sacro, cioè ecclesiastico. Nella sua formazione saranno fondamentali la cultura filosofica e l'approfondimento delle Sacre scritture. Tutte le discipline tradizionali dalla grammatica alla retorica, dalla matematica all'astronomia, diventano strumenti per leggere e comprendere la Bibbia.
Il rapporto tra cultura pagana e dottrina latina viene così ribadito, come il connubio tra vita intellettuale e vita spirituale, ulteriormente arricchita da una piena comprensione della parola divina.
PATRISTICA LATINA DEI SECLI SUCCESSIVI: SAN GEROLAMO E SANT'AMBROGIO
San Grolamo a cui si deve la Vulgata manifesta ancora un atteggiamento di chiusura nei confronti della cultura classica.
Gerolamo insiste sull'importanza dell'educazione nella prima infanzia, compito assegnato ai genitori che devono impartire valori morali e religiosi, facendo leva sull'emulazione sulla lode.
In questo ambito si sottolinea il ruolo della madre come educatrice delle figlie femmine che deve indirizzare verso la preghiera e la conservazione della purezza.
Oltre la preghiera, Gerolamo consiglia anche la penitenza e la mortificazione psicologica e fisica. Lo stesso avvicinamento alle Sacre Scritture ma attraverso il lavoro.
Anche sant'Ambrogio contrasta gli aspetti della cultura pagana che possono ostacolare la conquista della vita eterna. Così la fides latina (la lealtà) diventa la fede in Cristo, la charitas assume un significato interiore.
Con Ambrogio il concetto greco-romano di officium viene così ripreso in chiave cristiana. Egli distingue due livelli di servizio/dovere: l'officium medium che fa riferimento ai comandamenti divini validi per tutti i fedeli e l'officium perfectum che raccoglie i consigli che valgono per i santi.
I PRIMI APOLOGISTI DELLA PATRISTICA LATINA: MINUCIO FELICE E TERTULLIANO CONTRO LA CULTURA PAGANA
I Padri latini non sono molto attratti dalla filosofia. D'altra parte la loro formazione è più di carattere giuridico-retorico che filosofico. In altri Padri possiamo invece trovare prevalentemente intenzioni più strettamente teologico-erudite.
In questo contesto, il primo scritto apogetico a favore dei cristiani è forse il dialogo Ottavio, scritto da Minucio Felice. Egli ha lasciato duri attacchi contro i filosofi greci e riguardo alla possibilità di trovare concordanze tra loro e il cristianesimo.
Una posizione estrema e ancora più critica, è quella di Tertulliana secondo il quale è la fede e non la ragione l'unico mezzo per raggiungere la verità. Nell'opera intitolata Apologetico nega ogni possibile somiglianza tra filosofia e cristianesimo.
Egli spinge le persone a cercare il signore con semplicità e cuore.
LA PATRISTICA GRECA: CLEMENTE ALESSANDRINO, ORIGENE, GIOVANNI CRISOSTOMO
I maggiori Padri della Chiesa si occupano di stabilire un rapporto tra cristianesimo e filosofia greca, chiarire aspetti teologici del cristianesimo fornire precise indicazioni educative per arrivare alle classi colte.
Ad Alessandria d'Egitto Clemente Alessandrino scrive due opere, il Protrettico e il Pedagogo, nelle quali affronta il rapporto tra cristianesimo e cultura greca, con intento apologetico, cioè di difesa e affermazione della nuova religione cristiana. Clemente ritiene possibile individuare nei filosofi antichi una scintilla divina.
Clemente valorizza in particolare Cristo, che viene ed assumere la centralità che nella filosofia greca avevano alcuni principi. Cristo è inteso come verità o vero maestro. Il cristianesimo diventa dunque una nuova paideia. Nel Pedagogo Cristo compare come pedagogo dell'umanità.
Successore di Clemente alla guida del Didakaleion è Origene. Per Origene è il messaggio divino a porsi come educatore dell'umanità. Scopo dell'educazione cristiana è favorire il ritorno a Dio.
Secondo Origene, questa vicenda cosmica avrà termine con il ritorno a Dio.
Origene è fondamentale per l'interpretazione della Bibbia.
Tra i più grandi educatori della Patristica greca, va ricordato ancora Giovanni Cristomo. Nell'opera intitolata Della vuota gloria e dell'educazione dei figli egli considera la formazione etica dei figli una priorità dell'educazione cristiana. L'anima umana deve essere difesa e regolata da leggi e di conseguenza ogni trasgressione va punita. Perciò bisogna instillare nei giovani una predisposizione a restare vicini alla parola di Cristo, a controllare le passioni e a restare casti fino al matrimonio.
Con Giovanni Cristomo prosegue inoltre il recupero della grammatica e della retorica in atto da parte dei Padri greci in funzione apologetica e catechetica.

CRISTIANESIMO E FILOSOFIA
Ben presto il cristianesimo si trova ad affrontare una doppia sfida: la  minaccia pagana e le diverse interpretazioni dello stesso messaggio cristiana.
Già dal II sec. d. C. compaiono le prime vere scuole cristiane. Questi centri educativi insegnano anche la filosofia greca. I primi maestri cristiani vengono chiamati didakos. Una delle più importanti scuole sorge ad Alessandria d'Egitto ed è chiamata Didaskalaion. Qui operano Panteo, Clemente Alessandrino e Origene.
Sulle attività tenute nella scuola di Alessandria si articolano conferenze su temi religiosi e a carattere apologetico. Nel contempo vengono insegnate le sette arti liberali.
Con il catecumenato attraverso lo studio della Bibbia si educa al cristianesimo, preparando al battesimo preparando all'ingresso nella comunità dei credenti. L'educazione prevede due livelli formativi: uno per incipienti che vengono preparati al battesimo e uno per competenti, per i quali si cura una preparazione più approfondita.
Qui compare la figura del sacerdote al quale affidano il compito educativo. Quando il battesimo viene fatto mei primi mesi compaiono le scuole superiori di teologia.
Como si vede, nella stessa successione dei cicli è fondamentale il battesimo.
La stessa fede viene confermata dalla conoscenza. Il rapporto con la filosofia greca e con le alti correnti di pensiero è inteso e caratterizzato sia da un confronto sia da un recupero di concetti e metodi.
Il grande dibattito dottrinario e filosofico influenza complessivamente anche il moso di intendere l'educazione e la pratica didattica.
LA PRIMA EDUCAZIONE CRISTIANA E L'IMPORTNZA DEI FANCIULLI

Nei primi secoli l'educazione cristiana è basata sul rapporto personale, un'educazione informale portata avanti dai Padri apostolici.
Nell'ottica cristiana l'educazione è rivolta a tutti. Quello cristiano è un messaggio universale che, attraverso un rinnovamento interiore, vuole condurre alla salvezza dell'anima.
Il messaggio di Cristo è incentrato sull'amore per gli altri, riflesso dell'amore per Dio.
Per Cristo i fanciulli diventano un esempio da imitare, per gli adulti.


CRISTIANESIMO ED EDUCAZIONE: LA SALVEZZA DELL'ANIMA

Negli ultimi secoli dell'impero romano assume una particolare importanza il cristianesimo. Dopo una fase di persecuzione, al cristianesimo viene riconosciuta la libertà di culto e diventa la religione ufficiale dell'impero.
Man mano che l'impero va incontri allo sfacello, cresce di importanza la Chiesa cristiana che cerca di conservare strutture amministrative dello Stato. I monasteri sono non solo isole di pace ma anche centri di conservazione e trascrizione di opere del passato.
Il cristianesimo manifesta una spiccata vocazione pedagogica. Cristo è il maestro. I primi strumenti dell'educazione cristiana sono i Vangeli, incentrati sulla figura di Cristo e sul suo esempio. Fondamentale è l'imitazione di Cristo.
Nel tardo medioevo è apparso un libro intitolato "Imitazione di Cristo", che insiste sull'importanza dell'azione ispirata alla fede.
Lo sesso Cristo, come testimoniano i Vangeli, insegna attraverso esempi concreti, che sono il contenuto delle numerose parabole. La parabola è quindi un racconto didascalico che ricorre a esempi concreti paragonando tra loro due situazioni.

IL RISCATTO DI CELSO  Il filosofo Origene si è impegnato nella difesa della nuova religione, il cristianesimo, contro gli attacchi del paga...