mercoledì 23 maggio 2018

IL RISCATTO DI CELSO 
Il filosofo Origene si è impegnato nella difesa della nuova religione, il cristianesimo, contro gli attacchi del paganesimo. Origene ha lasciato il CONTRO CELSO, che prende di mira un esponente della seconda sofistica, il quale difende il logos, la religione, il momos, la legge. Grazie a Origene si conserva il nome di Celso.
AGOSTINO: IL LINGUAGGIO
Antony Kenny, analizza il MAESTRO di Agostino, opera dedicata al linguaggio, nella quale l'autore immagina di dialogare con il figlio Adeodato.
Agostino sostiene che utilizziamo il linguaggio per vari scopi, che vanno al di là della semplice comunicazione: il linguaggio serve anche per esprimere i propri ideali, per ricercare la verità, per comunicare e per comprendersi. Per questo motivo il linguaggio è essenziale per la vita di qualunque soggetto. 
I MAESTRI DI CLEMENTE AESSANDRINO
Dag Tessore sottolinea l'importanza del fatto che Clemente Alessandrino sia vissuto solo un secolo dopo Gesù. A questo proposito, riporta un passaggio di Clemente.
EDUCAZIONE E SALVEZZA
Nel 619 Maometto riceve la rivelazione che lo spingerà a scrivere il Corano. L'opera non presenta trattazioni organiche, ma fornisce le indicazioni utili al buon credente. Esso ha quindi un carattere educativo in vista della salvezza personale da ottenere nell'altra vita. Sono disseminate poi qui le indicazioni che i figli devono cogliere per mantenere un buon comportamento nei confronti dei genitori, ma anche il comportamento che i genitori devono mantenere per allevare in modo coretto i propri figli.
IL MONDO È ORDINATO
Severio Boezio, oltre a scritti dedicati alle arti liberali, ha composto la CONSOLAZIONE DELLA FILOSOFIA, scritto in una carcere, mentre era detenuto.
In questa opera immagina che, nelle vesti di un'anziana donna, gli appaia la filosofia per rivelargli che il mondo non è caotico ma ordinato.
Da ciò emerge il tentativo di Boezio di ritrovare nella filosofia un'ancora di salvezza, che li permetta di cogliere il vero senso della vita be del mondo che lo circonda e che considera estremamente caotico.
DALLA REGOLA: SEVERITÀ E COMPRENSIONE NELL'EDUCAZIONE
 Nelle indicazioni pedagogiche della sua REGOLA, san Benedetto oscilla tra severità e comprensione: arriva a raccomandare di battere i fanciulli che sbagliano, ma raccomanda anche comprensione e discrezione nei confronti di coloro che hanno errato per motivi che risiedono nel profondo della propria coscienza.
Consiglia quindi un atteggiamento di comprensione, ma nche di severità, che risieda nel mezzo di essi. In questo modo l'alunno sarà capace di apprendere ciò che li viene proposto in modo completo, ne sottovalutando il carico ne sopravvalutandolo.

IL MAESTRO INTERIORE 
Questo brano, scritto da Sant Agostino, espone come la vita non sia un mezzo esclusivo della ricerca della verità. E' infatti soltanto marginale, in quanto la vera ricerca della verità può avvenire soltanto dalla persona, dalle sue esperienze personali e da Dio.
COME EDUCARE I FIGLI
San Giovanni, vescovo di Costantinopoli, il maggiore tra gli oratori cristiani , ha lasciato delle indicazioni su come educare un figlio, seguendo i principi cristiani, sia per i figli che per i genitori. Si tratta di regole di educazione, da seguire dettagliatamente per conseguire una buona e completa educazione cristiana.

IL LOGOS PEDAGOGO
In questo brano di Clemente Alessandrino, direttore del Didakos di Alessandria d'Egitto, si riprende il concetto di Cristo come Logos, cioè verbo di Dio. Ne individua tre funzioni: la esortatore e l'istruttore. A ciasuna di queste funzioni corrisponde un'opera.
In questo caso il Pedagogo, che è Cristo, conduce Dio, che è il maestro, colui che possiede la verità.
Clemente riprende concetti e figure tipiche del mondo classico e li ricarica di significati nuovi.

martedì 22 maggio 2018

LA CASA COSTUITA SULLA SABBIA E SULLA ROCCIA
Gesù Cristo ricorre spesso alle parabole per spiegare diversi concetti. Si tratta di scritti che utilizzano casi concreti per esprimere concetti assai più più profondi, riguardanti anche la vita privata.
Una di queste è il concetto di casa costruita sulla sabbia e casa costruita sulla roccia. Qui Gesù Cristo paragona l'uomo che ascolta la parola di Dio a colui che costruisce la casa sulla roccia e quindi resiste alle avversità della vita, e l'uomo che si schiude al messaggio divino a colui che la costruisce sulla sabbia, in modo non resistente, e cono sarà in grado di affrontare le avversità della vita.
IL NOME DELLA ROSA
Il nome della rosa è un film tratto dall'omonimo romanzo di Umberto Eco, scritto nel 1980.
Il film è ambientato nel 1327 nell'Italia settentrionale, più precisamente in un'abazia. Il protagonista è un giovane noviziato, chiamato Adso da Melk.
In quest'abazia succedono degli eventi terribili: molti omicidi.
Nel monastero dovrà svolgersi un importante concilio francescano, a cui dovrà prendere parte il frate Gulielmo da Baskeville, che giunge da una lontana abazia. L'abate, conoscendo il passato da inquisitore di Gulielmo, decide di affidare a lui i casi di omicidio. Infatti i residenti del monastero, credono che dietro agli omicidi ci sia la mano del diavolo: le dita e le lingue delle vittime sono infatti intrise di nero. Questi accadimenti vengono inoltre visti come presagi dell'apocalisse. Gulielmo però non è convinto di ciò: sostiene infatti che l'assassino si trovi all'interno dell'abazia. Vengono così accusati una ragazza, un monaco mentalmente ritardato e Fra Remigio, un ex dulciano.
Gulielmo e Adso, dopo mesi di ricerche, giungono quasi alla verità, ma un grande incendio, scoppiato nel monastero, li costringe a fuggire, lasciando la verità nascosta.
 Questo romanzo è incentrato sulla ricerca della verità, che ad un certo punto tocca solo superficialmente gli omicidi, intersecandosi con le vite dei monaci. La ricerca della verità diventa quindi una ricerca interiore.

giovedì 17 maggio 2018

L'EUROPA E LA CULTURA ARABA
I mondo musulmano manifesta una grande vitalità culturale. I dotti musulmani rielaborano le teorie di Platone e Socrate. Scienziati islamici compiono progressi in campi come l'alchimia, la fisica, l'astronomia. Rilevante è il contributo nella matematica: è agli arabi che si deve il sistema numerico oggi utilizzato. Inoltre l'algebra deve il suo nome al titolo di un libro di al-Khuvaritzmi, matematico iraniano, così come il termine algoritmo.
Nella città di Baghdad a Bassora si sviluppa la letteratura araba che ha forti intenti pedagogici.
A originali indiani risale Le Mille e una notte, importante testo letterario.
La letteratura indiana inoltre funge da collegamento tra cultura occidentale orientale.
LA SCUOLA NELL'ISLAM
L'educazione nell'slam è influenzata anche dalla Sunna, un testo che riporta le azioni di Maometto. Il credente dell'islam ha il dovere di farsi istruire. L'istruzione si articola in tre livelli:
  • ISTRUZIONE PRIMARIA: suole elementari basata sulla memorizzazione dei versetti del Corano, sull'apprendimento della lingua araba, grammatica, calcolo e conoscenza delle tradizioni.
  • ISTRUZIONE SECONDARIA: si imparano le abilità manuali e le competenze specifiche, ma anche letteratura, predicazione, medicina, geometria, commercio, artigianato, ecc.
  • ISTRUZIONE SUPERIORE: riservata ai maschi di alto ceto, impartita nelle moschee e poi nella madrasa, cioè un collegio nel quale convivono studenti e insegnanti. Si studia teologia, scienza coranica, filosofia, metrica, retorica, logica. E' inoltre necessario conoscere le tradizioni e il calendario liturgico, relativo alle più importanti funzioni religiose. Gli studenti vengono introdotti alla conoscenza del sufismo, una corrente ascetica. Nel corpus degli studi rientrano anche architettura e calligrafia, matematica e filosofia, storia politica, etica, musica, medicina, chimica, astronomia.
Nell'ordinamento degli ambiti di studio esiste una scala gerarchica, dal livello più basso a quello più alto, prevede le scienze tecniche e le arti, da possedere in misura dei bisogni pratici. A un gradino intermedio si collocano le scienze filosofiche, che comprendono filosofia, logica, scienze economico-social e naturali. Il vertice presenta le scienze coraniche, che includono grammatica e competenze esegetche, relative cioè all'interpretazione del testo sacro.
L'EDUCAZIONE NELL'ISLAM
Le raccomandazioni e i divieti del Corano non sono destinati al bambino immaturo, ma al bambino responsabile o all'adulto responsabile del bambino.
L'islam raccomanda una formazione complessiva dell'essere umano: corpo, ragione, spirito, istinti e sentimenti.
Il bambino impara che esiste una vita dopo la morte e che riceverà un premio o una punizione secondo la condotta tenuta nella Dunyia, ovvero la vita terrena.
L'educazione è dunque contraddistinta da un importanza religiosa: bisogna trasmettere i valori del corano.
MAOMETTO E L'ISLAM
La nascita dell'islam si deve al profeta Maometto, il quale avrebbe ricevuto una rivelazione da Dio. Il contenuto di questa rivelazione è contenuto del Corano. Maometto ritiene di essere l'unico profeta, ritiene di essere davanti a Dio o a qualunque altra figura.
Maometto trasmette oralmente il contenuto del Corano, i cui versetti vengono poi trascritti su vari materiali.
Questa forma d trascrizione spontanea comporta la presenza di molte versioni del Corano.
Il Corano contiene precetti sulla società islamica e fissa gli obbiettivi fondamentali di un credente mussulmano, i cosidetti 5 pilastri dell'islam:
  • la testimonianza di fede;
  • le cinque preghiere quotidiane;
  • il pagamento di un imposta coranica;
  • il pellegrinaggio alla Mecca;
  • il digiuno nel mese del Ramadam.
IL MONDO ARBO PREISLAMICO: LA TRADIZIONE ORALE
La civiltà araba si sviluppò nella penisola ebraica, con il profeta Maometto come promotore e fondatore dell'islam.
In questa civiltà tradizioni, conoscenze e costumi venivano trasmessi oralmente.
I poemi preislamici hanno anche un carattere pedagogico: essi infatti trasmettono ai ragazzi valori come ospitalità, generosità, carità e amore per gli animali. In una Mu'allaquat, cioè una raccolta di poesia, viene infatti descritta una cammella come essere prezioso.

domenica 13 maggio 2018

L'EDUCAZIONE DEL CAVALIERE
L'educazione cavalleresca è rivolta agli aristocratici. L'educazione cavalleresca è quindi la prima forma di educazione laica impartita sullideale cavalleresco. Importante è il poema della Chanson de Roland.
La formazione dei giovani aristocratici avviene spesso all'interno della famiglia dove imparano a leggere i testi sacri e a scrivere.
Al futuro cavaliere vengono insegnati lealtà e fedeltà. Egli deve imparare a prendersi cura dei deboli e difendere la Chiesa.
Quindi le virtù morali e cristiane, insieme alla cortesia, sono fondamentali per il cavaliere. A un certo momento questo atteggiamento tradizionale diventa un codice di comportamento.
Già dal VIII secolo la nomina del cavaliere avviene seguendo una tradizionale procedura: l'investitura, nella quale il neo cavaliere viene battuto sulla spalla con una spada.
La formazione cavalleresca inizia presto:
  • a sette anni il ragazzo viene affidato al paggio;
  • a quattordici anni viene inviato come scudiero in un castello;
  • a ventun anni diventa un cavaliere.

SCUOLE EPISCOPALI, PARROCCHIALI, PATRIRCALI
I monasteri si caratterizzavano per i centri di formazione dei futuri monaci. I giovani apprendevano la lettura, la scrittura. Gradualmente le scuole monastiche cominciano ad accogliere anche gli allievi che non intendono pronunciare i voti.
Alcuni monasteri continuano però a presentare le scuole per chierici e per laici.
Il Concilio di Toledo del 527 rede ufficiale la nascita delle scuole ecclesiastiche e stabilisce che i futuri sacerdoti, vengano formati da un chierco presso le  case dei vescovi. Nascono  così le scuole episcolari.
Ad affrontare il numero non molto elevato di scuole interviene il concilio di Vaison del 529, che  si prepone di stabilire le sciole anche nei centri poco abitati.
Sotto il governo di Giustiniano nel VI secolo, la Chiesa dell'impero d'oriente impone la  relogione cristiana nelle scuole. In Oriente la scuola è affidata allo Stato. Avevano la preoccupazione che la fede  potesse indebolire il potere  della cultura e dell'insegnamento.
CARLO MAGNO E LA SCUOLA PALATINA
Un tentativo di rianimare la  cultura si deve a Carlo Magno.
Carlo da vita ad un fenomeno di rinascita culturale chiamato "rinascita carolinga". Carlo ha compreso l'importanza dell'educazione.
Egli considera fondamentale che tutti i popoli conquistati siano accomunati dagli stessi costumi, da un'unica lingua e da un'unica religione e per far questo invita la  Chiesa a organizzare l'istruzione destinata anche agli uomini liberi.
Nel 787 Carlo Magno ha già incaricato Alcuino di York di instituire presso la sua corte ad Aqisgrana la Schola palatina, destinata ai figli della nobiltà laica desidero di di acquisire una formazione classica.
Alcuino sia adopera per organizzare il programma didattico della scuola che prevede:
  • un'istruzione primaria con l'insegnamento della lettura e della scrittura;
  • un livello superiore con lo studio della filosofia;
  • un livello ancora più alto dove si approfondisce la filosofia come introduzione alle Sacre Scritture.
Con L'esortazione generale Carlo Magno prevede la fondazione di scuole monastiche e presbiterali, sia per i chierici sia per i laici.
Dopo la morte di Carlo, il nipote Lotario I, nell'825 estende atutte le scuole urbane il modello degli studi classici della scuola palatina.
GREGORIO MAGNO: LA FORMAZIONE DEL CLERO DELLEDUCAZIONE POPOLARE
Man mano che la  Chiesa diventa sempre più importante una formazione per i sacerdoti e per i fedeli.
Gregorio Magno è considerato un divulgatore della religione  cristiana e nella Regola pastorare detta i principi pedagogici per la formazione dei chierchi e dei vescovi.
Convinto sostenitore della formazione popolare, una volta eletto papa ricorda a i suoi vescovi di rivolgere la formazione religiosa al popolo, attraverso la predicazione. Il buon predicatore deve saper semplificare il linguaggio e adattarsi ad un auditorio modesto.
Accanto alla cura per la semplificazione del linguaggio ha grande  importanza il ricorso alle immagini. Uno  dei pilastri fondamentali di Gregorio sono le scelte personali.
SEVERIO BOEZIO: LE ARTI LIBERALI E LA FILOSOFIA
Le arti liberali sono al centro delle riflessioni  si Boezio che afferma che nella difficile situazione dell'impero sia possibile tramandare e conservare la cultura.
Secondo lui le arti del quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia e musica) colgono alla perfezione il numero dello spazio, dei corpi e del numero.
Boezio rivolge particolare attenzione all'uso de linguaggio. In particolare si occupa della dialettica. Per far ciò studia le opere di Aristotele e le traduce in latino.
La dialettica si articola in tre fasi:
  • lo studio della parola, del suono e del significato;
  • lo studio del valore logico;
  • lo studio della proposizione.
Grazie al suo impegno la retorica assume grande importanza: diventa un valore centrale nel curriculum formativo. Egli afferma che attraverso la retorica si può conoscere tuto l'universo.
Nella consolazione della filosofia, egli immagina che la filosofia sia una donna anziana che nei momenti difficili della vita lo venga a consolare.
La valorizzazione delle arti liberali si riscontra anche nelle Nozze di Filogia di Marzio Capella, che considera le arti liberai espressioni delle facoltà umane.
Isidoro di Siviglia scrive le Etimologie opera in cui spiega il significato delle parole con un metodo etimologico.
BENEDETTO DA NORCIA E CASSIIODORO:IL MONACHESIMO OCCIDENTALE
Dopo l'editto di Constantino e di Tessalonica la religione cristiana assume grande importanza. Dal V-VI secolo la Chiesa inizia a fornire l'istruzione. Una delle correnti più celebri fu il monachesimo.
Chi diventa monaco decide di allontanarsi dalla vita per concedersi alla solitudine e vivere da eremita. Il monachesimo, poco a poco diventa una comunità con delle regole.
Benedetto da Norcia, nel 529 fonda il monastero Monachesimo. Secondo la sua idea il monaco deve dedicare la vita ai lavori manuali ai quali alternano la preghiera e il lavoro intellettuale (copiatura e  revisioni di testi sacri e classici). I monaci conferiscono particolare importanza ai testi alla conservazione della cultura d'occidente
Nella Regula Magistri egli chiarisce i principi pedagogici fondamentali per l'educazione nelle scuole monastiche.
Un altro rappresentante del monachesimo è Cassiodoro. In Sicilia fonda il monastero del Vivarium, dedita particolarmente allo studio e alla trascrizione di codici di insegnamento.
Nelle istruzioni delle lettere sacre e profonde, egli divide le sette arti liberali in trivio e drivio.
Nell'opera intitolata Lettere varie riprende i principi di Cicerone per esprimere gli stili del discorso.

IL RISCATTO DI CELSO  Il filosofo Origene si è impegnato nella difesa della nuova religione, il cristianesimo, contro gli attacchi del paga...