sabato 30 dicembre 2017


                                METACOGNIZIONE, AUTOEFFICACIA E AUTOVALUTAZIONE

L’apprendimento è molto influenzato anche dal modo in cui conosciamo e dalla consapevolezza dei nostri risultati, cioè dalla metacognizione.

Le varie tecniche metacognitive riguardano la memoria, la lettura e la scrittura.

La metacognizione è anche composta dall’auto valutazione, cioè dalla valutazione dei propri risultati.

L’auto valutazione riguarda anche le abilità personali:

·         Uso corretti del linguaggio verbale e non.

·         Capacità di lavorare in gruppo.

·         Agilità motoria e sportiva.

·         Talento musicale.

·         Abilità manuali e pratiche.

·         Abilità nel calcolo e nella scrittura.

·         Rapidità nell’esecuzione dei compiti.

Riguarda anche altri fattori, ed è perciò trasversale:

·         Organizzazione del tempo.

·         Esplorazione di nuovi aspetti della realtà.

·         Disponibilità a confrontarsi con gli altri.

L’alunno deve a questo punto capire come auto valutarsi, e per evitare che lo faccia in modo sbagliato, gli insegnati introducono le verifiche, tramite le quali valutano loro correttamente l’alunno.

In base a come noi consideriamo noi stessi, affrontiamo i problemi con un determinato approccio, che viene chiamato autoefficacia.

                                                                                LE MACCHINE PER INSEGNARE

Le teaching machine sono delle macchine che consento la presentazione di prove.

La prima fu ideata da Pressey, ma fu poi Skinner a costruirla.

Ve ne sono molti tipi, tra cui le:

1)      COD: presentano una serie di domande e risposte.

2)      TED: presentano più alternative di risposta per domanda.

3)      PAD: danno spiegazioni sugli errori commessi.

4)      TAD: in grado di registrare l’andamento dell’alunno.

                                AMBIENTI DI APPRENDIMENTO E METODI DI STUDIO

Nell’apprendimento, anche l’ambiente è molto importante.

Qui la pedagogia si divide in de branche:

1)      Pedagogia dell’insegnamento o comportamentismo: centrata sul docente, sulla ricerca di strategie, sulla programmazione di verifiche e sulla trasmissione del sapere.

2)      Pedagogia dell’apprendimento o cognitivismo: privilegia la costruzione dell’intelletto dell’alunno.

Sostenitori del comportamentismo sono Skinner e Bloom, che a riguardo hanno ideato delle invenzioni.

Secondo quest’ottica è molto importante l’organizzazione didattica, e quindi l’analisi della situazione di partenza.

Sostenitori del cognitivismo sono Brune e Austel: essi sostengono che si debba partire dalle esperienze che viviamo per apprendere.

Una delle più importanti innovazioni a riguardo è il problemem solving, cioè una situazione in cui l’allievo viene messo davanti ad un problema da risolvere e, risolvendolo, egli impara.

Un altro concetto interessante del cognitivismo è l’importanza del ragionamento formale, in cui i concetti sono mattoni che costituiscono la nostra cultura.

Anche il costruttivimo di Piaget e Vygotski, poi ripreso da Von Galasferd sottolinea l’importanza della comunicazione tra docente e alunno.

                                                                   IL RUOLO DELLE EMOZIONI

Per verificare come uno studente affronta la scuola bisogna sottolineare alcuni fattori emozionali.

Lo psicologo Bandura infatti definì “determinismo reciproco”, l’intersecarsi di:

1)      Aspetti cognitivi: pensieri, ricordi.

2)      Attribuzioni e valutazioni di significati: valori, opinioni.

3)      Emozioni: gioia, rabbia, ansia.

Queste emozioni svolgono tutte un’importantissima funzione nell’apprendimento scolastico.

                                                    STRATEGIE DI APPRENDIMENTO

Le strategie di apprendimento son essenziali, in quanto collegano le competenze con il processo.

Bisogna però chiarire alcuni punti:

1)      L’apprendimento di strategie riguarda solo lo studente.

2)      Non esistono strategie valide per tutti.

3)      Le strategie si imparano in base alle attività concrete.

4)      Le strategie vengono apprese in base al proprio stile di apprendimento.

5)      L’uso delle strategie dovrebbe diventare parte del lavoro di classe e delle interazioni tar allievi.

La strategia di apprendimento può essere definita come un insieme di procedure utilizzabili per conseguire un buon apprendimento.

La psicologia ha insistito su due strategie comuni:

1)      Strategia oloistica: si attua per comprensione, procedendo in modo complessivo, attraverso schemi e ipotesi generali.

2)      Strategia seriale: si attua per operazioni procedendo passo per passo.

3)      La scuola favorisce però lo stile esecutivo gerarchico.

                                                    GLI STILI DI APPRENDIMENTO

Lo stile cognitivo influenza lo stile di apprendimento, cioè il metodo con cui noi apprendiamo un dato argomento.

Gli stili cognitivi si suddividono in:

                    

IN BASE ALLE FUNZIONI

· STILE LEGISLATIVO: la persona prende decisioni, ha regole autonome e rifiuta problemi pre-strutturati, elogia la creatività.

· STILE ESECUTIVO: proprio di chi applica volentieri le regole e preferisce ricevere istruzioni.

· STILE GIUDIZIARIO: tipico di chi tende a valutare le regole, procedure ed idee, formulare idee, critiche, esprimere opinioni e valutare le persone in base al loro operato.

IN BASE ALLE FORME

· STILE MONARCHICO: proprio delle persone che si dedicano completamente ad un'impresa, non amano aiuti o intromissioni.

· STILE GERARCHICO: definito da una gerarchia di obbiettivi, a volte in contrasto da un organizzazione e una sistematicità nella risoluzione dei problemi.

· STILLE OLIGARCHICO: caratterizzato da più obbiettivi, a volte in contrasto fra loro. Devono esserci delle indicazioni nette per una corretta riuscita degli obbiettivi.

· STILE ANARCHICO: proprio di persone motivate dai bisogni e obbiettivi. L'approccio ai problemi è casuale, creativo e innovativo.

IN BASE AI LIVELLI

· STILE GLOBALE: preferenze per questioni vaste ed astratte e non, la persona che la possiede, non ama i dettagli.

· STILE LOCALE O ANALITICO:attento ai dettagli, ma rischia di perdere di vista l'insieme.

IN BASE AGLI SCOPI

· STILE INTERNO: proprio di persone poco socievoli e che preferiscono lavorare da sole.

· STILE ESTERNO: proprio di persone estroverse e sensibili alle questioni sociali.

IN BASE ALLE INCLINAZIONI

· STILE LIBERALE: tipico di chi ama i cambiamenti e non bada alle regole.

· STILE CONSERVATORE: tipico di chi si conforma alle regole già esistenti.


                                                          GLI STILI COGNITIVI
L'apprendimento è influenzato dagli stili cognitivi, ovvero dalla modalità con cui si elaborano delle informazioni. Lo stile cognitivo non cambia e ognuno ha il suo, ma possiamo comunque eleborare alcuni modelli frequenti tra le persone:
  • stile globale/analitico: una persona dello stile globale tenderà a cogliere solo l'essenziale del testo studiato, mentre una dallo stile analitico entrerà nei dettagli e ragionerà con la logica.
  • stile dipendente/indipendente dal campo: se si ha difficoltà a cogliere gli argomenti si è dipendenti dal campo, al contrario se sono ben compresi si è indipendenti dal campo.
  • verbale/visuale/cinestetico: di dice preferenza verbale, quando si impara meglio un dato argomento leggendolo; si dice preferenza visiva quando si impara meglio attraverso delle immagini; si dice preferenza cinestetica quando si impara meglio eseguendo determinati compiti.
  • convergente/divergente: una persona dallo stile convergente affronta i problemi imposti in modo logico ma poco creativo, una persona dallo stile divergente invece affronterà i problemi in modo creativo.
                                                COME SI IMPARA A LEGGERE
Un buon lettere deve saper riconoscere i connettivi, che indicano il percorso del testo. In particolare segnano:
  • le relazioni logiche: "tuttavia" in contesto con "quindi".
  • lo sviluppo testuale: "in primo luogo" segna l'inzio, "ad esempio" spiega la funzione di un passaggio e "per concludere" il finale.
Se conosciamo i concetti di conseguenza sapremo comprendere meglio il testo. Questa abilità conferisce al lettore la capacità di fare proprio il significato.
Ciò conferisce atteggiamenti positivi e anche la capacità di formulare ipotesi e di correre il rischio di sbagliare. La condivisione di un testo con altro può portare a un nuovo livello di comprensione.
                                                    IMPARARE A IMPARARE
In questi anni, l'apprendimento e dunque il metodo di studio, sono importantissimi, perché, in questo mondo in continua evoluzione, si tende a dimenticare le cose facilmente. A questo proposito i pedagogisti moderni sottolineano l'importanza delle "teste ben fatte", ovvero delle teste capaci di imparare in modo efficiente.
 La capacità di imparare fu definita dalla "Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006" come "l'abilità di prevedere nell'apprendimento, di organizzare il proprio apprendimento anche con un gestione efficace del tempo e delle informazioni, sia a livello individuale che in gruppo".
Imparare ad imparare significa:
  • il sapere, ovvero le conoscenze.
  • il saper fare, ovvero l'applicazione delle conoscenze.
  • il saper essere, ovvero le convinzioni, gli atteggiamenti e le motivazioni.
La capacità di imparare ad imparare richiede abilità cognitive, che riguardano il modo di gestire le conoscenze e di apprendere e le abilità metacognitive che riguardano invece la valutazione dei propri progressi.
Il ruolo dell'insegnante diventa dunque quello di insegnare ad imparare, cioè aumentare l'autostima dell'alunno.
Il ruolo dell'insegnante deve essere:
  • integrato: insegnare in modo interdisciplinare e insegnare all'alunno a passare da una materia ad un' altra.
  • eperienziale: favorisce una riflessione sulle esperienze e lo sviluppo del pensiero critico.
  • esplicativo: stimola gli studenti a una cognizione di se e di quello che si sta facendo e fa maturare la capacità di condivisione e socializzazione.

                                              STUDIARE: COME E Perché?

                LA MOTIVAZIONE E GLI ALTRI FATTORI DI APPRENDIMENTO

Le motivazioni e le attribuzioni rientrano nel insegnare ad imparare, ma anche nell'apprendimento stesso.
Per imparare sono necessari gli stili cognitivi, ma anche le emozioni, ed è per questo che, sia per imparare che per insegnare, bisogna capire emotivamente i fattori che stanno dietro ad un insuccesso e agire di conseguenza.

mercoledì 6 dicembre 2017

                                                            I RAGAZZI DEL CORO
Francia, 1949. Un compositore fallito viene assunto come sorvegliante in un istituto di rieducazione per minori. Inizialmente il sorvegliane si trova a disagio con la classe: è disperato e non sa come comportarsi con gli alunni. Decide quindi di creare un coro, e così, con la dolcezza delle sue lezioni di musica, riesce a conquistare l'animo anche degli studenti più difficili.
  L'opera prima di Christophe Barratier è stata un vero e proprio fenomeno in patria: campione di incassi sia la pellicola, sia il cd della colonna sonora, è la scelta della Francia per concorrere all'Oscar.
Il film funziona nelle parti in cui emerge il legame fra il professore e i suoi allievi: nelle lezioni di armonia musicale e umana, nell'insegnamento del rispetto, nella capacità di ascoltare canto e cuore dei bambini difficili.

IL RISCATTO DI CELSO  Il filosofo Origene si è impegnato nella difesa della nuova religione, il cristianesimo, contro gli attacchi del paga...